
Viaggio senza ritorno
Senegal 2024
















La piazza fronte il palazzo del governatore è piena, i bambini corrono e giocano con petardi, c'è chi vende il cibo per strada. La gente si affolla intorno alle transenne a vedere i balletti storici con i ragazzi truccati che si muovono a ritmo dei tamburi.
Al mattino eravamo al mercato del pesce di kayar, dove le barche escono la notte con gli uomini e al mattino rientrano con le moglie che li aspettano in spiaggia per pulirli e poi spedirli in tutto il Senegal e in Europa.
Rientriamo in hotel camminando lungo il mare sotto le stelle, domani la sveglia sarà presto direzione verso il deserto
Il nuovo anno inizia con l alba nel deserto, esattamente come dodici mesi fa!
L'anno passato l'abbiamo salutato ballando con le maschere Senegalesi e con i locali che si sono uniti a noi intorno al falò.
La giornata era iniziata con un giro in piroga tra ninfee, cormorani, aironi e coccodrilli che vivono protetti in un parco per poi tornare a pranzo a saint louis in un locale spartano ma con piatti molto buoni.
Il primo dell'anno ci porterà a visitare la moschea più grande dell'Africa per scoprire la sua antica storia.
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Sotto le arcate la gente riposa o legge il corano mentre il vento soffia grazie all'architettura araba esperta nella ventilazione naturale.
Siamo nella città santa di toubakouta, la sua moschea è la più grande dell'Africa, nonostante il caldo torrido la pavimentazione è fresca grazie al travertino romano che stiamo calpestando scalzi, il minareto è alto 90 metri.
Il fascino avvolge la calda atmosfera al pensiero che solchiamo un suolo che da secoli i fedeli vengono a venerare.
La piroga naviga sullo specchio d acqua liscio che riflette il tramonto, noi rimaniamo stupefatti dal momento unico che abbiamo davanti ai nostri occhi.
Poco minuti prima avevamo assistito ad un rito quotidiani dei pellicani che si ritrovano poco prima del tramonto sulle mangrovie per conquistare il posto migliore per dormire, dandoci uno spettacolo di lotta e canti fino al calar del sole.
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Corrono al loro posto tra grida e risate mentre li inseguo dentro la classe, poi arriva il maestro e il gioco finisce.
Siamo venuti a portare un po di quaderni e penne in una scuola elementare, dove la mancanza di insegnanti li obbliga a dover unire due classi in una.
Mentre il maestro gli spiega chi siamo noi giriamo tra i banchi e ci sediamo con loro, tra volti sorridenti di vederci che ci chiedono di fotografarli e bimbi timidi che ci osservano come se stessero studiando.
Mentre li salutiamo cominciano a cantare e noi per ricambiare teniamo il ritmo e saltiamo per divertirci ancora un momento con loro e tornare bambini per qualche istante
Le costruzioni sono basse, alcune decadenti, ma l'isola delle conchiglie è speciale, la guida ci accompagna spiegandoci che è l'unico luogo in Senegal dove la maggioranza della popolazione è cristiana ma con un alto tasso di integrazione con i mussulmani che una delle loro moschee è costruita tra due case, una cristiana ed una mussulmana.
Nel pomeriggio andiamo a vistare uno dei mercati più grandi del senegal che rimane aperto 24 ore su 24.
Il nostro viaggio ci sta portando sempre più vicini a Dakar






















Ha eleganza, portamento e si sente la più bella. È la giraffa che incontriamo quasi subito nella riserva de bandia, qui non ci sono predatori liberi di girare come fanno gli erbivori.il camion che ci porta in giro per la savana ci fa scoprire gnu, antilopi, uccelli, rinoceronti.
La giornata la chiudiamo in un mercato dell'artigianato a dakar stasera andremo sul lungo mare a cenare e festeggiare
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Da quella porta si usciva in fila indiana, dove i più forti salivano sulle navi per le Americhe, mentre I più deboli e malati venivano gettati in mare. Per questo motivo venne chiamata porte du voyage sans retour (la porta del viaggio senza ritorno). Per quattrocenti anni su quest'isola sono passati circa due milioni di schiavi, fu terra di sofferenza, di famiglie separate.
îla de goreé è un mondo diverso dal resto del senegal, dove la storia è visibile in tutti suoi angoli, con le case costruite in rocce di basalto e poi intonacate coi colori degli occupanti che nei secoli si sono avvicendati.
Il mio viaggio ormai è giunto al termine, sono in direzione dell'aeroporto che mi porterà a casa e anche questa volta la mamma Africa mi lascia un segno, torno ricco di emozioni e con la voglia di scoprire ancora di più questa Terra.
































































